Liturgia

CHE COS'È LA LITURGIA


LA SANTA MESSA


La liturgia è la celebrazione del Mistero di Cristo e in particolare del suo Mistero pasquale. In essa, mediante l'esercizio dell'ufficio sacerdotale di Gesù Cristo, con segni si manifesta e si realizza la santificazione degli uomini e viene esercitato dal Corpo mistico di Cristo, cioè dal capo e dalle membra, il culto pubblico dovuto a Dio.

Originariamente la parola «liturgia» significava «servizio da parte del popolo e in favore del popolo» (CCC n. 1069). La teologia cristiana prese questo vocabolo del mondo greco, pensando al nuovo Popolo di Dio che nasce sempre dall’opera del Figlio di Dio e dalla comunione con il Padre che Egli ci ottiene. La liturgia è il luogo privilegiato dell’incontro dei cristiani con Dio e con colui che Egli inviò, Gesù Cristo (cfr Gv 17,3)».«Ogni celebrazione sacramentale è un incontro dei figli di Dio con il loro Padre, in Cristo e nello Spirito Santo, e tale incontro si esprime come un dialogo, attraverso azioni e parole» (CCC n. 1153).

LE PARTI DELLA MESSA

La Messa è costituita da due parti fondamentali: la «Liturgia della Parola» e la «Liturgia Eucaristica».

RITI D’INTRODUZIONE

I riti che precedono la Liturgia della Parola sono: l’introito, il saluto, l’atto penitenziale, il Kyrie eleison, il Gloria e l’orazione (o colletta).

L’introito

Quando i fedeli sono radunati, mentre il sacerdote fa il suo ingresso si inizia il canto d’entrata, la cui funzione è quella di favorire l’unione dei credenti riuniti, introdurre il loro spirito nel mistero del tempo liturgico o della festività.

Il saluto

Giunti in presbiterio, il sacerdote saluta l’altare con un profondo inchino, lo bacia e secondo l’opportunità, incensa la croce e l’altare (l’incenso ha la funzione di purificazione e scaccia gli spiriti maligni). Terminato il canto ci si segna col segno della croce e viene annunziata la presenza del Signore, il popolo risponde.

L’atto penitenziale

Quindi il sacerdote invita all’atto penitenziale, che, dopo una breve pausa di silenzio, viene compiuto da tutta la comunità mediante una formula di confessione generale, e si conclude con l’assoluzione del sacerdote, che tuttavia non ha lo stesso valore del sacramento della Penitenza.

Il Kyrie eleison

Dopo l’atto penitenziale ha sempre luogo il Kyrie eleison (che significa “Signore abbi pietà”), antica supplica in greco rivolta a Cristo.

Il Gloria

Il Gloria è un inno antichissimo e venerabile con il quale la Chiesa, radunata nello Spirito Santo, glorifica e supplica Dio Padre e l’Agnello.

La colletta

Il sacerdote invita il popolo a pregare con lui in silenzio e poi dice l’orazione, chiamata comunemente «colletta», per mezzo della quale viene espresso il carattere della celebrazione.

LITURGIA DELLA PAROLA

Le letture

Nelle letture viene preparata ai fedeli la mensa della parola di Dio. Il ciclo delle Epistole e dei Vangeli è fissato da molti secoli.

Prima lettura

Sono brani tratti dall’Antico Testamento e servono per istruire i fedeli e disporre gli animi a ricevere bene la Comunione; la lettura viene letta sul lato destro dell’altare da un lettore.

Il Salmo responsoriale

Il salmo responsoriale favorisce la meditazione della parola di Dio. Esso deve corrispondere a ciascuna lettura; conviene che si esegua con il canto, almeno per quanto riguarda la risposta del popolo.

Seconda lettura

Viene anche detta Epistola perché è spesso tratta dalle lettere degli Apostoli.

L’acclamazione prima della lettura del Vangelo

Il coro canta l’Alleluia (in ebraico che significa “Lodate Dio”), il quale esprime la gioia e la lode per il dono del Vangelo.

Il Vangelo

La lettura del Vangelo costituisce il culmine della Liturgia della Parola, i fedeli l’ascoltano stando in piedi. il Vangelo è proclamato dal diacono o, in sua assenza, dal sacerdote.

L’omelia

L’omelia fa parte della Liturgia è necessaria per alimentare la vita cristiana.

La professione di fede

Il Credo rappresenta il Simbolo di fede, ha come fine che tutto il popolo riunito risponda alla parola di Dio, proclamata nella lettura della sacra Scrittura.

La preghiera universale

Nella preghiera universale, o preghiera dei fedeli, il popolo risponde in certo modo alla parola di Dio accolta con fede.

LITURGIA EUCARISTICA

La preparazione dei doni

– “Preparazione dell’altare” ponendovi sopra il corporale, il purificatoio, il Messale, il calice ed infine i doni: il pane ed il vino e l’acqua;

– “Presentazione del pane e del vino”: al vino si aggiunge qualche goccia d’acqua, segno dell’unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana;

– “Lavabo“: il sacerdote si lava le mani a lato dell’altare, segno di desiderio di purificazione interiore;

– “Preghiera sulle offerte” il sacerdote invita i fedeli a unirsi a lui nell’orazione sulle offerte. Nella Messa si dice un’unica orazione sulle offerte, che si conclude con la formula breve: Per Cristo nostro Signore. Il popolo, unendosi alla preghiera, fa propria l’orazione con l’acclamazione Amen.

La preghiera eucaristica

La Preghiera Eucaristica è quella parte della Messa che inizia con il Prefazio, comprende il racconto dell’Ultima Cena e termina con il grande Amen dell’assemblea prima del Padre nostro.

Gli elementi principali sono:

Prefazio in cui il sacerdote, a nome di tutto il popolo santo, glorifica Dio Padre e gli rende grazie per tutta l’opera della salvezza;

Acclamazione in cui si canta il Sanctus;

Memoriale in cui viene ricordata la passione, risurrezione e ascensione di Cristo. Cristo nell’ultima cena, offri il suo Corpo e il suo Sangue sotto le specie del pane e del vino, lo diede a mangiare e a bere agli Apostoli e lasciò loro il mandato di perpetuare questo mistero: «Fate questo in memoria di me»;

L’offerta sacrificale in cui mediante le parole e i gesti di Cristo, si compie il sacrificio che Cristo stesso stabilì. Nell’Offertorio viene offerto è il Corpo ed il Sangue di Gesù, come anticipato nel memoriale.

RITI DI COMUNIONE

Preghiera del Signore (Padre nostro) in cui si chiede il pane quotidiano che fa riferimento al pane eucaristico, e si implora la purificazione dai peccati. Il sacerdote dice la preghiera assieme ai fedeli.

Rito della pace (Liberaci o Signore da ogni male) in cui la Chiesa implora la pace e l’unità per se stessa e per l’intera famiglia umana.

Frazione del Pane (Agnello di Dio) in cui il sacerdote spezza il pane e mette una parte dell’ostia nel calice, per significare l’unità del Corpo e del Sangue di Cristo nell’opera della salvezza.

Comunione (Beati gli invitati) Il sacerdote ed i fedeli si preparano con una preghiera silenziosa a ricevere con frutto il Corpo e il Sangue di Cristo; quindi il sacerdote mostra ai fedeli il pane eucaristico sulla patena o sul calice e distribuisce l’ostia. (il Corpo e il Sangue di Cristo: Amen).

La celebrazione della Comunione è orientata all’unione intima dei fedeli con Cristo.

RITI DI CONCLUSIONE

Comprendono:

Il saluto e la benedizione del sacerdote;

Il congedo del popolo da parte del sacerdote;

Il bacio e l’inchino all’altare da parte del sacerdote.

I SACRAMENTI

SACRAMENTI DELLA CHIESA SONO ISTITUITI DA CRISTO

e sono sette.

Battesimo,

Cresima

Eucaristia,

Confessione

l'Unzione degli infermi,

Ordine

Matrimonio.

I sette sacramenti toccano tutte le tappe e tutti i momenti importanti della vita del cristiano: grazie ad essi, la vita di fede dei cristiani nasce e cresce, riceve la guarigione e il dono della missione. In questo si dà una certa somiglianza tra le tappe della vita naturale e quelle della vita spirituale [Cf San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 65, 1].

BATTESIMO

Il santo Battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d'ingresso alla vita nello Spirito (“vitae spiritualis ianua”), e la porta che apre l'accesso agli altri sacramenti. Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione: [Cf Concilio di Firenze: Denz. -Schönm., 1314; Codice di Diritto Canonico, 204, 1 e 849; Corpus Canonum Ecclesiarum Orientalium, 675, 1] “Baptismus est sacramentum regenerationis per aquam in verbo - Il Battesimo può definirsi il sacramento della rigenerazione cristiana mediante l'acqua e la Parola” [Catechismo Romano, 2, 2, 5].

EUCARESTIA

La santa Eucaristia completa l'iniziazione cristiana. Coloro che sono stati elevati alla dignità del sacerdozio regale per mezzo del Battesimo e sono stati conformati più profondamente a Cristo mediante la Confermazione, attraverso l'Eucaristia partecipano con tutta la comunità allo stesso sacrificio del Signore.

L'Eucaristia è “fonte e apice di tutta la vita cristiana” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11]. “Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella Santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua” [Conc. Ecum. Vat. II, Presbyterorum ordinis, 5].

CRESIMA

Con il Battesimo e l'Eucaristia, il sacramento della Cresima costituisce l'insieme dei “sacramenti dell'iniziazione cristiana”, la cui unità deve essere salvaguardata. E' dunque necessario spiegare ai fedeli che la recezione di questo sacramento è necessaria per il rafforzamento della grazia battesimale [Cf Pontificale romano, Rito della confermazione, Premesse, 1]. Infatti, “con il sacramento della Cresima [i battezzati] vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo, e in questo modo sono più strettamente obbligati a diffondere e a difendere con la parola e con l'opera la fede come veri testimoni di Cristo” [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 11; cf Pontificale romano, Rito della confermazione, Premesse, 2].

CONFESSIONE

Il sacramento della Penitenza e Riconciliazione è il sacramento che ci riconcilia con Dio e con i fratelli attraverso il perdono di Dio e della Chiesa per i nostri peccati: esso è la via ordinaria per ottenere il perdono e la remissione dei nostri peccati gravi commessi dopo il battesimo ed è allo stesso tempo cammino di grazia e di conversione, speciale incontro con l’amore di Dio.

E’ chiamato secondo vari nomi che sottolineano aspetti diversi:

sacramento della Conversione perché ci impegna e ci sostiene nella conversione a Gesù;

sacramento della Penitenza perché accompagna un cammino di pentimento per i propri peccati e di promessa di bene;

sacramento della Confessione perché confessiamo i nostri peccati, il nostro tradimento (confessio peccatorum, «confessione dei peccati»), nell’orizzonte della confessione dell’amore di Dio per noi (confessio laudis, «confessione di lode»);

sacramento del Perdono perché riceviamo il perdono di Dio e della Chiesa;

sacramento della Riconciliazione perché ci dona una vita riconciliata con Dio e con i fratelli.

UNZIONE DEGLI INFERMI

Con la sacra Unzione degli infermi e la preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla passione e alla morte di Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio.

[cfr. Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 11: Acta Apostolicae Sedis 57 (1965) 15]

Si può conferire l'Unzione degli Infermi ai fedeli il cui stato di salute risulta seriamente compromesso per malattia o vecchiaia (cfr. Rito Unzione Infermi 8). Quindi, soggetto dell’Unzione è ogni persona battezzata che abbia raggiunto l’uso di ragione e si trovi in stato di prostrazione, o in pericolo di morte per malattia o per vecchiaia in un contesto di avanzata debolezza senile. Se un malato che ha ricevuto l'Unzione riacquista la salute, può, in caso di un'altra grave malattia, ricevere nuovamente questo sacramento. Nel corso della stessa malattia il sacramento può essere ripetuto se si verifica un peggioramento. È opportuno ricevere l'Unzione degli infermi prima di un intervento chirurgico rischioso. Lo stesso vale per le persone anziane la cui debolezza si accentua (Catechismo della Chiesa Cattolica 1515).

Per ricevere i frutti di questo sacramento si richiede che il soggetto si sia precedentemente riconciliato con Dio e con la Chiesa, almeno col desiderio unito al pentimento dei propri peccati e alla intenzione di confessarsi, appena possibile. Per questo la Chiesa raccomanda che, prima dell’Unzione, il malato riceva il sacramento della Riconciliazione (cfr. Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium , 74).

ISTRUZIONE DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE SULLA SEPOLTURA DEI DEFUNTI

Istruzione "Ad resurgendum cum Christo" circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione (15 agosto 2016) (vatican.va)

ORDINE SACRO

L'ordine sacro è il Sacramento con il quale vengono consacrati coloro che svolgono nella Chiesa i ministeri ordinati di diacono, presbitero e vescovo.

Nella Chiesa latina si parla per la prima volta di due ordini nella lettera di papa Cornelio (251-253) a Fabio vescovo di Antiochia, indicando gli ordini allora in uso nella Chiesa di Roma.

Prima del Concilio Vaticano II, nella Chiesa latina e orientale i diversi gradi dell'ordine erano suddivisi in due categorie: ordini maggiori (episcopato, presbiterato, diaconato e suddiaconato) e ordini minori (accolitato, esorcistato, lettorato, ostiariato), e questi ultimi non erano sacramenti. Nella Chiesa latina chi riceveva gli ordini, a partire da quelli minori, veniva tonsurato e diventava chierico.

Dopo il Concilio Vaticano II gli ordini minori sono stati ridotti di numero e non vengono più chiamati ordini, ma ministeri: sono quelli dell'accolito e del lettore.

Per quanto riguarda gli ordini maggiori, la teologia cattolica non parla più di ordini (al plurale), ma di tre gradi dell'unico sacramento dell'Ordine:

L'origine del termine "ordine" è legato al fatto che in epoca romana si designava con esso un "corpo sociale", un gruppo di persone con funzioni pubbliche. Tale termine passò poi nella terminologia ecclesiastica per indicare un "collegio" o comunque un gruppo di persone incaricate di un ministero pastorale e/o di una funzione cultuale[2].

La teologia cattolica afferma che l'ordine, allo stesso modo del Battesimo e della Confermazione, conferisce un Carattere: l'Ordine Sacro è una trasformazione ontologica della persona che lo riceve, che riceve una nuova configurazione a Cristo pastore della Chiesa. Permane (sebbene le funzioni non possano essere lecitamente attuate), anche in seguito a una condanna alla pena della sospensione a divinis, alla dimissione dallo stato clericale oppure alla decisione di abbandono del ministero.

Gli ordini sacri possono essere conferiti validamente solamente a uomini.

Nella Chiesa antica era diffuso l'"ordine delle diaconesse" (di sesso femminile), ma non si trattava di un'ordinazione sacramentale bensì di un semplice ministero istituito.

Il celibato è richiesto nella Chiesa latina per i presbiteri e i vescovi, mentre in quella greca (anche cattolica) solo per i vescovi, che di solito vengono scelti fra i monaci (celibi).

Per quanto riguarda i diaconi, la Chiesa cattolica latina li ordina (a partire dal Concilio Vaticano II) anche tra i maschi sposati, ma richiede che dopo l'ordinazione non si sposino (se sono celibi) o risposino (se sono sposati e rimangono vedovi).

Tutte le ordinazioni vengono celebrate ordinariamente nel corso della Messa. Momenti culminanti sono l'imposizione delle mani (gesto antichissimo con cui viene trasmesso il dono dello Spirito Santo) e la preghiera consacratoria (con cui si chiede a Dio la speciale grazia divina di cui ha bisogno l'ordinando per compiere il proprio ministero). L'ordinazione dei diaconi e dei preti viene impartita dal vescovo; l'ordinazione dei vescovi (chiamata consacrazione) viene impartita secondo il diritto canonico da almeno tre vescovi, tuttavia è valida anche se è impartita da un vescovo solo.

MATRIMONIO

“Il patto matrimoniale con cui l'uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento” [Codice di Diritto Canonico, 1055, 1].

“L'intima comunione di vita e di amore coniugale, fondata dal Creatore e strutturata con leggi proprie, è stabilita dal patto coniugale. . . Dio stesso è l'autore del matrimonio” [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 48]. La vocazione al matrimonio è iscritta nella natura stessa dell'uomo e della donna, quali sono usciti dalla mano del Creatore. Il matrimonio non è un'istituzione puramente umana, malgrado i numerosi mutamenti che ha potuto subire nel corso dei secoli, nelle varie culture, strutture sociali e attitudini spirituali. Queste diversità non devono far dimenticare i tratti comuni e permanenti. Sebbene la dignità di questa istituzione non traspaia ovunque con la stessa chiarezza, [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 47] esiste tuttavia in tutte le culture un certo senso della grandezza dell'unione matrimoniale, poiché “la salvezza della persona e della società umana e cristiana è strettamente connessa con una felice situazione della comunità coniugale e familiare” [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 47].

Dio, che ha creato l'uomo per amore, lo ha anche chiamato all'amore, vocazione fondamentale e innata di ogni essere umano. Infatti l'uomo è creato ad immagine e somiglianza di Dio [Cf Gen 1,27 ] che è Amore [Cf 1Gv 4,8; 1Gv 4,16 ]. Avendolo Dio creato uomo e donna, il loro reciproco amore diventa un'immagine dell'amore assoluto e indefettibile con cui Dio ama l'uomo. E' cosa buona, molto buona, agli occhi del Creatore [Cf Gen 1,31 ]. E questo amore che Dio benedice è destinato ad essere fecondo e a realizzarsi nell'opera comune della custodia della creazione: “Dio li benedisse e disse loro: "Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela"” (Gen 1,28 ).






GRUPPO LITURGICO


MINISTRANTI

La complessità dei riti richiede il concorso di un certo numero dei cosiddetti ministranti, addetti a compiti ausiliari, quali portare la croce, i candelieri, il turibolo, porgere e sostenere il libro, lavare le mani al sacerdote, ., pronti a fare quanto occorre per un ordinato svolgimento del rito (cf. OGMR 100). Questo ministero va curato (attraverso una seria formazione) e mantenuto nelle nostre comunità.

LETTORI

Chi legge la Parola di Dio durante l’assemblea liturgica svolge un vero e proprio ministero cioè un servizio riconosciuto dalla comunità e per la comunità. Occorre esserne consapevoli! Da questa considerazione derivano infatti alcune conseguenze che è bene ricordare. Il lettore presta la sua voce alla Parola di Dio… e non ad una parola qualunque. Il lettore non legge solo per sé ma per tutta l’assemblea. Non tutti coloro che sono capaci di leggere potrebbero essere buoni lettori…Il lettore deve avere una sufficiente conoscenza liturgica e tecnica della proclamazione, ma soprattutto conoscere la Parola di Dio e prepararsi accuratamente con la lettura e la meditazione anche comunitaria col gruppo liturgico, alle letture che dovrà proclamare.
Ad oggi i lettori sono una decina, che si alternano nelle varie messe.

CANTORI E MUSICISTI

E’ uno degli aspetti della vita liturgica per il quale è necessaria una preparazione tecnica, liturgica, spirituale da aggiungersi a doti fisiche naturali. "Il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della Liturgia solenne… Perciò la Musica sacra sarà tanto più santa quanto più strettamente sarà unita all’azione liturgica, sia esprimendo più dolcemente la preghiera e favorendo l’unanimità, sia arricchendo di maggior solennità i riti sacri" (SC 1).

"L’azione liturgica riveste una forma più nobile quando è celebrata in canto" (Istruzione «Musicam Sacram» del 5 marzo 1967, n° 5.) e che "non c’è niente di più solenne e festoso nelle sacre celebrazioni di un’assemblea che, tutta, esprime con il canto la sua pietà e la sua fede. Pertanto la partecipazione attiva di tutto il popolo, che si manifesta con il canto, si promuova con ogni cura" (Idem., n° 16). Inoltre il canto è segno della gioia del cuore (cf. At 2, 46). Perciò dice molto bene sant’Agostino: «Il cantare è proprio di chi ama» (Sermo 336, 1), e già dall’antichità si formò il detto: «Chi canta bene, prega due volte» (OGMR 39).

Per musica sacra s’intende: il canto gregoriano, la polifonia sacra antica e moderna nei suoi vari generi, la musica sacra per organo ed alti strumenti legittimamente ammessi nella liturgia e il canto popolare sacro, cioè liturgico e religioso (Istruzione «Musicam Sacram», n° 4).

Con questo servizio sono legati strettamente alcuni strumenti adatti per la liturgia. Il principale e solenne strumento musicale liturgico della Chiesa latina (a partire dall’VIII-IX sec.) fu e rimane l’organo classico, cioè l’organo a canne (cf. SC 120). Altri strumenti musicali si possono comunque ammettere al culto divino, a giudizio e con il consenso dell’Ordinario, purché si possano adattare all’uso sacro, convengano alla dignità del luogo e favoriscano veramente l’edificazione dei fedeli. L’organo ed eventuali strumenti legittimamente permessi, hanno il compito d’accompagnare il canto dell’assemblea e del coro e di suonare come solisti nei tempi consentiti.


PRIORE

Si occupano del decoro dell'altare (tovagliato, lini, arredi, fiori); di addobbare l'altare e il presbiterio in particolar modo nelle feste e solennità; delle statue dei vari santi, di cui curano la festa nelle ricorrenze; presenziano ai funerali.

Curano in particolar modo della festa patronale e delle eventuali processioni. Collaborano col gruppo Santa Marta per contribuire al decoro ed all'armonia della chiesa. Ad oggi le Priore attive sono 6.

SANTA MARTA

Grazie ad un gruppo di persone generose e disponibili motivate dal desiderio di rendere la casa del Signore bella e dolce come la propria, la nostra parrocchia può accogliere ogni giorno i fedeli per la preghiera, la celebrazione dei sacramenti e la Santa Messa. L'attività di pulizia si svolge ogni venerdì mattina dalle 9:00 alle 12:00 ed è curata dalle signore del gruppo e da altre che collaborano di volta in volta